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Differenza tra corsi di inglese tradizionali e corsi esperienziali: cosa cambia davvero?

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N o t h i n g i s i m p o s s i b l e i f y o u w a n t i t

Chiunque abbia frequentato un corso d’inglese tradizionale sa com’è: aula, libro, ascolto, esercizio. Funziona? Sì, ma non sempre. Negli ultimi anni, i corsi esperienziali stanno prendendo sempre più piede, soprattutto tra i giovani. E il motivo è semplice: funzionano meglio, perché coinvolgono di più.

Vediamo cosa cambia davvero tra i due approcci.

1. La struttura del corso: da passivo ad attivo

  • Tradizionale: spiegazione frontale, esercizi scritti, ascolti pre-registrati. Il focus è spesso su grammatica e lessico.
  • Esperienziale: attività pratiche, giochi, simulazioni, progetti reali. L’inglese si impara mentre si fa qualcosa di concreto.

“Mio figlio era sempre annoiato in classe. Quando ha fatto un laboratorio teatrale in inglese, si è acceso. Ora lo studia per scelta.” – mamma su un blog educativo

 

2. Motivazione e coinvolgimento

I corsi esperienziali attivano il cervello emotivo, e quindi sono più memorabili. I ragazzi partecipano con più entusiasmo, ridono, si muovono, interagiscono. L’inglese non è più “una cosa da studiare”, ma una lingua da usare per divertirsi e vivere esperienze.

 

3. Apprendimento naturale e permanente

  • Nei corsi tradizionali l’apprendimento è spesso scollegato dalla realtà.
  • In quelli esperienziali, invece, è collegato a un contesto reale o simulato.

Esempio: imparare i verbi di movimento con una lezione? Oppure facendo una caccia al tesoro con istruzioni in inglese?

 

4. Inclusività e risultati concreti

I corsi esperienziali funzionano molto bene anche con bambini con DSA, timidezza, difficoltà relazionali. Perché? Perché passano dal corpo, dal gruppo, dall’azione. E in questo modo, abbattono molte barriere.

Dal web: diversi educatori su LinkedIn segnalano che i corsi esperienziali migliorano la fiducia linguistica e riducono l’ansia da errore.

 

5. Travel4Lingua e l’approccio esperienziale

I programmi Travel4Lingua combinano contenuti linguistici strutturati con esperienze reali: laboratori di cucina, giochi, storytelling, sport, uscite, interviste simulate… Tutto in inglese. Tutto vissuto.

Spoiler: molti genitori dicono che i figli non si accorgono nemmeno di “fare inglese”, tanto si divertono.

Conclusione: i corsi tradizionali servono, ma non bastano. Per imparare davvero l’inglese, serve anche viverlo. E l’esperienza, quando è ben progettata, diventa il motore più potente dell’apprendimento.

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